Da Mario Gioffredo a Luigi Vanvitelli
punto 03 Da Mario Gioffredo a Luigi Vanvitelli Nel 1760 screzi tra
Lo scalone in piperno che collega il vestibolo inferiore al piano nobile della nostra Villa è l’intuizione e l’innovazione più riuscita che apporta Luigi Vanvitelli al casino di campagna di Luzio Di Sangro. Il risultato è un tripudio di equilibrata eleganza che spinge Vanvitelli ad ammettere che nemmeno nei cantieri reali sarebbe stato possibile raggiungere tali livelli di luminosità diffusa. L’intera area vestibolare inferiore viene ampliata per accogliere meglio non solo le premesse di prospettiva e simmetricità, ma soprattutto per l’inserimento dell’invaso a pian terreno nella partitura architettonica utile per esaltare la luminosità e i percorsi di luce presenti tra vestibolo, scala e ingressi ai giardini. I finestroni delle scale vengono allargati e arretrati, inseguendo gli elementi scenografici previsti nel canovaccio vanvitelliano: compaiono infatti, di lato ai finestroni reali, due finte finestre che allargano i volumi con la tecnica del trompe l’oeil, insieme a festoni, ghirlande, conchiglie e nicchie per delle statue, il tutto col fine di impreziosire l’area che precede l’introduzione al piano nobile e quindi agli interni della villa.
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punto 03 Da Mario Gioffredo a Luigi Vanvitelli Nel 1760 screzi tra
punto 05 Il “corpo” della Villa: la cava, il romitaggio, l’eremo vanvitelliano
punto 07 Il vestibolo Ci troviamo nel vestibolo superiore, l’unica sala che
punto 08 Gli artisti di Campolieto Per i lussuosi ambienti interni, Vanvitelli