XXXII edizione

festival delle ville vesuviane

dedicato a paolo isotta

progetto

settecento

dal 4 al 25 settembre 2021
fondazione ente ville vesuviane

Teatro, danza, musica e poesia: torna il Festival delle Ville Vesuviane che sarà in programma dal 4 al 25 settembre nelle splendide sedi di Villa Campolieto, a Ercolano, e Villa Delle Ginestre a Torre del Greco.
Il Festival, giunto alla sua trentaduesima edizione, è promosso dalla Fondazione Ente Ville Vesuviane, presieduta da Gianluca Del Mastro, con il sostegno della Regione Campania attraverso Scabec. Quest’anno torna a dirigerlo Luca De Fusco, il suo fondatore, ripristinando la formula che ha caratterizzato le prime edizioni: Il Festival Ville Vesuviane “Progetto Settecento”. 

“Torno a dirigere il Festival delle Ville Vesuviane – Progetto Settecento con grande gioia e orgoglio e lo faccio dedicando questa edizione a un grande critico musicale, musicologo e scrittore, nonché amico, Paolo Isotta, scomparso qualche mese fa.
Dalla metà degli anni ’80, per circa dieci anni, il Festival delle Ville Vesuviane ha inteso valorizzare il patrimonio architettonico delle ville attraverso un teatro scritto o ambientato nel ‘700, in modo quindi armonico rispetto alle dimore settecentesche che caratterizzano la zona. La manifestazione poi ha preso strade diverse, ma è mio intento recuperare sempre di più “il senso del passato” e nelle prossime edizioni tornare ad un contenuto tematico. Quest’anno l’edizione è dedicata a Paolo Isotta. Per questo inauguriamo con Enrico IV di Luigi Pirandello, uno dei suoi autori preferiti, protagonista Eros Pagni, attore da lui amatissimo e la mia regia. La scelta di Enrico IV è dovuta anche al fatto che quest’anno ricorre il centenario della prima rappresentazione del testo.

In un programma dedicato a Paolo Isotta non può mancare la musica e così sono previste quattro conferenze concerto ideate da me e Gennaro Carillo. Protagonista sarà il Quartetto Felix composto da Marina Pellegrino, Vincenzo Meriani, Francesco Venga e Matteo Parisi. Quattro musicisti che Isotta seguiva con particolare attenzione sin dal debutto. E , tra gli amici di Paolo Isotta che hanno accettato di esserci, anche Pietrangelo Buttafuoco, fine scrittore siciliano che sarà presente con Il lupo e la luna un suo testo che lo vedrà anche protagonista e Lara Sansone, la Signora del Teatro Sannazaro, un teatro che per Isotta, negli ultimi anni, era diventato un po’ una casa, che interpreterà La Locandiera di Goldoni, con la mia regia. Da anni Paolino voleva che io e Lara lavorassimo insieme!
A chiudere gli appuntamenti di teatro Lavia dice Leopardi e Le Favole di Oscar Wilde con Gabriele Lavia. E due appuntamenti di danza Carmen Suite, con le coreografie di Jvan Bottaro e la regia di Alessandra Panzavolta e Soirée russe, gala di balletto a cura di Daniele Cipriani.
Al tramonto, nel romitaggio di Villa Campolieto, Eros Pagni, Anita Bartolucci, Paolo Serra, Claudio Di Palma, Giacinto Palmarini, Francesco Biscione per tutto il periodo del festival si alterneranno nella recitazione di sei canti della Divina Commedia.
Infine il 7 settembre i Premi Le Maschere del Teatro, in diretta differita su Raiuno, per la prima volta dalla magica Villa Campolieto.”
Luca De Fusco

“Il ritorno di Luca De Fusco nella grande famiglia della Fondazione Ente Ville Vesuviane segna il desiderio che abbiamo di ripartire attraverso la forza e la vitalità dirompente del teatro. La forma d’arte in cui la parola e le idee vengono direttamente veicolate al pubblico, in cui si crea un filo tra attori e spettatori rappresenta al meglio la necessità che abbiamo di comunicare e di riprendere ogni aspetto della vita di relazione.

Nel cinquantesimo anniversario della Fondazione, il ritorno del teatro e, in particolare, del teatro del ‘700, celebra la bellezza delle Ville e ne ripropone l’austera imperturbabilità nella splendida cornice del Miglio d’Oro. Ringrazio soprattutto la Regione Campania, ma anche il MIC che hanno saputo farsi interpreti di questa esigenza, realizzando il desiderio di tutto il pubblico della Fondazione.”
Gianluca Del Mastro
Presidente Fondazione Ente Ville Vesuviane

“Nell’anno in cui la Fondazione celebra il cinquantesimo anniversario dell’istituzione dell’Ente per le Ville Vesuviane continua il percorso di riscoperta legato alle sue attività. Avviato con la mostra d’arte Contemporanea “Così fan tutti. Opere dalla collezione di Ernesto Esposito”, allestita a Villa Campolieto, riprende il filo con un altro pezzo di storia, legato al patrimonio immateriale e costituito dai grandi spettacoli dal vivo del Festival delle Ville Vesuviane.

Un Festival che nel 2021 giunge alla trentaduesima edizione. In quest’anno così particolare e così importante per la Fondazione abbiamo scelto di tornare alle origini, alla vocazione naturale del Festival e delle Ville Vesuviane dove il contenitore e il contenuto si fondono e ne appaiono reciprocamente esaltati. Con Progetto ‘700 torniamo alle origini avendo al nostro fianco colui che quei Festival per primo li ha diretti, il maestro Luca De Fusco, che ringrazio per aver creduto nella rinascita di questo Progetto.

Un progetto che abbraccia storia, conoscenza, ricerca e arte e in cui la funzione estetica e performativa dello spettacolo dal vivo si fondono con il racconto della bellezza architettonica del nostro patrimonio monumentale e con la sua storia settecentesca.

Grazie alla Regione Campania e al Ministero della Cultura che cofinanziano questo Festival così ambizioso che rappresenta un ulteriore attrattore culturale per il territorio vesuviano e per la Regione Campania.”
Roberto Chianese
Direttore generale Fondazione Ente Ville Vesuviane 

il programma

ENRICO IV di Luigi Pirandello

Regia di Luca De Fusco

Con Eros Pagni

E con (in o.a.)
Alessandro Balletta, Anita Bartolucci, Gennaro Di Biase, Matteo Micheli, Alessandra Pacifico Griffini
Valerio Santoro, Paolo Serra

Aiuto regia Lucia Rocco

Scene e costumi Marta Crisolini Malatesta

Luci Gigi Saccomandi

Prima assoluta il 4 settembre 2021

Una coproduzione La Pirandelliana – Festival delle Ville Vesuviane

Enrico IV è uno dei personaggi che aspetta la maturità di un grande attore.

Mastroianni, Randone, Albertazzi, Benassi, Ruggeri hanno dato ognuno una propria versione di questo grande personaggio. Il testo non è forse perfetto come altri capolavori di Pirandello ma il personaggio è entrato subito nella storia del teatro. Un uomo che è caduto da cavallo durante una festa in maschera e si è risvegliato convinto di essere Enrico IV, il personaggio storico che stava interpretando, è una grande metafora. Con la sua figura ci fa riflettere sul grande tema della follia ma anche sulla finzione e sul teatro stesso, visto che l’uomo, di cui non conosciamo neppure il vero nome, si è talmente radicato nel suo personaggio da non volerne uscire neppure quando rinsavisce di colpo. L’arrivo dei suoi vecchi compagni di quella fatale mascherata fa esplodere tutte le contraddizioni di questa incredibile figura che vive da anni chiuso in un castello fuori dal tempo.

Eros Pagni è giudicato da molti uno dei massimi attori italiani. Nel corso della sua formidabile carriera ci ha dato dei personaggi indimenticabili. Tra i più recenti un Sindaco del rione sanità, il Padre dei sei personaggi, il Prospero della Tempesta.

Dopo un lungo sodalizio col Teatro di Genova e col compianto Marco Sciaccaluga, ha intessuto una nuova collaborazione con Luca De Fusco, col quale iniziò interpretando un magnifico Shylock.

La versione dei “Sei personaggi in cerca d’autore” che Pagni e De Fusco hanno realizzato assieme, è stata salutata con grande successo non solo in Italia ma anche a San Pietroburgo e Parigi. Il grande critico George Banu definì lo spettacolo una delle maggiori versioni del capolavoro pirandelliano. Nel maggio scorso la Rai ha trasmesso lo spettacolo registrato al Valle, teatro dove il testo debuttò cento anni prima. Pagni e De Fusco celebrano ora un nuovo centenario, rappresentando “Enrico IV” al Teatro Manzoni di Milano il 24 febbraio, esattamente cento anni dopo la prima assoluta di quel testo che fu salutato dai milanesi con grande successo. Note del regista “E io penso, Monsignore, che i fantasmi, in generale, non siano altro in fondo che piccole scombinazioni dello spirito: immagini che non si riesce a contenere nei regni del sonno: si scoprono anche nella veglia, di giorno; e fanno paura”. “Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni e la nostra minuscola vita è contenuta in un sogno “. Queste due citazioni sono tra le più belle battute rispettivamente di “Enrico IV” e de “La Tempesta“. È sorprendente l’affinità delle frasi, pur ovviamente nella loro differente natura. È solo una casualità che Eros Pagni ed io abbiamo smesso di recitare il secondo testo per approdare adesso al primo, sconfiggendo il brivido inquietante che il commiato di Prospero dalle scene fosse anche il nostro. Parlo di casualità perché non abbiamo scelto il testo di Pirandello come un sequel di quello di Shakespeare, ma c’è chi crede, come gli psicoanalisti, che le coincidenze non esistano e gli accadimenti siano legati tra loro da segreti, da fili sottili e di lettura talvolta non facile. Più ho studiato Enrico e, in effetti, più ho pensato a Prospero.

Entrambi i personaggi sono arroccati (uno in un’isola, l’altro in un castello), sembrano completamente estranei al loro tempo, vivono un’assoluta solitudine, entrambi sono creduti pazzi, entrambi hanno con le persone che li circondano un rapporto flebile, intermittente, che può far dubitare al regista della stessa reale esistenza di ogni personaggio, salvo quello del protagonista. In senso tecnico mi sento di aggiungere che sia Prospero che Enrico sono tra i migliori personaggi di due drammaturghi geniali contenuti in due testi che non sono, invece, i loro capolavori proprio perché dominati, a mio avviso, più dalla pulsione di delineare un grande personaggio che una grande vicenda, dato che gli intrecci narrativi dei testi sono talmente esili da poter essere riassunti in poche righe. Come non ero sicuro che Prospero non fosse solo nella sua biblioteca, così non sono sicuro che Enrico non sia solo nella sua camera da letto. Sono, inoltre, entrambi testi che si collocano nella fase finale delle produzioni dei due autori e forse questo determina quelle affinità. I due grandi scrittori, dopo straordinari quadri d’insieme, hanno voglia di autoritratti.

Non c’è, infatti, dubbio che dietro Prospero si celi Shakespeare e dietro Enrico Pirandello. L’autore che ha detto “la vita o si vive o si scrive“, sottintendendo di non averla quindi vissuta, somiglia molto a un uomo che ha trascorso l’esistenza in un mondo immaginario, posticcio, teatrale in cui ognuno “fa finta“ di essere qualcun altro.

Questo è lo spunto da cui parto, prima dell’inizio delle prove, avendo tracciato una rotta ma senza essere certo del porto d’arrivo, come io credo si debba fare sempre in un allestimento teatrale, in cui il regista può provare a sorprendere ma deve sempre essere pronto ad essere sorpreso dallo scavo dentro le pieghe del testo.

Dopo l’orribile periodo che ci ha tanto addolorato e dopo l’obbligato silenzio, sono felice di poter riprendere a comunicare col nostro pubblico. Sono anche felice di ritrovare tanti antichi compagni di lavoro, e di trovarne di nuovi, primo tra tutti Valerio Santoro che non manca di coraggio, virtù che ammiro negli altri e coltivo in me stesso. Ai compagni che stavolta non trovo a bordo auguro altre felici navigazioni. 

Luca De Fusco