Da Procida a Parigi, passando per Mi Art, e dopo un anno e mezzo di digiuno gli art lover si buttano in pista
Dal palcoscenico di Villa Campolieto un intenso Gabriele Lavia: “Tranquilli, Il Teatro non è morto. E non morirà mai. E se voi non l’abbandonate, non vi abbandonerà mai”
L’isola d’Arturo e delle Gallerie. Oh sì, che sarebbe piaciuto questa nuova veste d’intelletto chic a Elsa Morante che le dedicò uno dei suoi romanzi più intensi. Sarebbe felice anche di sapere che Procida è la prossima Capitale della Cultura e per festeggiarsi ha ospitato un’ interessantissima “mostra diffusa” organizzata da Italics, a cura di Vincenzo de Bellis, con la super consulenza di Damiana Leoni (già consulente di Art Basel). Insieme hanno riunito le più autorevoli gallerie di arte antica, moderna e contemporanea del Bel Paese e non solo. Perché Piccolo è bello. In tanti ci siamo innamorati dei piccoli borghi, osannati da influencer e arcaista (vedi Mick Jagger in Sicilia e Madonna in treno in Puglia) visti come luoghi più sani in tempi di pandemia.
Dicevamo un’ invasione “contaminata” da mattina a sera tra giardini, terrazze, chiese, vicoli, piazze, panorami, case private. Da Torra Murata alla Corricella, ancora impresse nella memoria di tutti le immagini de Il Postino di Massimo Troisi. Lia Rumma ci fa vedere attraverso il buco della serratura (e non è una metafora) di una vecchia casa di pescatori lo sbarco dei migranti. La guerriera di Patrizia Albanese è incastonata in una nicchia di pietra porosa. Mimmo Paladino sceglie l’ex carcere di Palazzo Davalos, stupefacente anche se in rovina. Mentre la “Fine di Dio” di Lucio Fontana viene esposta per la prima volta in luogo sacro, la cappella di Santa Maria Regina della Purità, quasi un gesto di perdono per il titolo blasfemo. Da oggi invece parte il Procida Film Festival con anteprima nazionale di “Io, nel Gioco delle Seduzioni”, tratto dal romanzo di Lidia Ravera, protagonista un formidabile Andrea Renzi.
Fonte Il Fatto Quotidiano